Alle spalle il volume “Futurismi postali”, nel 1986 realizzato coinvolgendo Enrico Sturani, Maurizio Scudiero ora propone “Arte postale futurista”, 304 pagine “A4” (Luni editrice, 90,00 euro) che faranno da riferimento. Perché a colori (820 le immagini) e ampliate ai ritrovamenti registrati in questi ultimi quattro decenni attingendo ad archivi, collezionisti, librerie, artisti e loro eredi.
Al centro vi sono proprio gli artefici, fra cui spiccano i nomi -noti anche in altri contesti- di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Tullio Crali, Fortunato Depero (di cui viene proposta una sezione particolarmente ricca), Bruno Munari, Enrico Prampolini, Mario Sironi, Tato (cioè Guglielmo Sansoni), Thayaht e Ram (Ernesto e Ruggero Michahelles). Complessivamente una trentina di maestri, a ognuno dei quali è dedicato un approfondimento.
Non basta; altri capitoli riguardano le intestazioni (dove si evidenziano lettere, buste, cartoline e ulteriore materiale cartaceo) e l’immagine del movimento (in particolare, cartoline riproducenti opere pittoriche e scultoree). Chiudendo con espressioni involontarie e satiriche, il Futurismo come stile grafico, l’eredità lasciata a chi è venuto dopo.
L’esito -annota l’autore- è che, consultando il lavoro, “si avrà una precisa sensazione di come lo sperimentalismo postale futurista sia stato un fatto tutt’altro che episodico, o legato ai singoli artisti, ma piuttosto una prassi estetica tout-court. Se vogliamo dirla tutta, è stato il vero «atto originante» di quella che oggi chiamiamo Mail art”.