Nuovo editore (Cif, lo stesso dei cataloghi Unificato), nuova numerazione (ripartita da uno), nuova periodicità (annuale, purtroppo) e nuova paginazione (quasi un libro: 176, in vendita a 18,00 euro). Dopo un anno e mezzo è tornato a vivere il periodico firmato dall’Accademia italiana di filatelia e storia postale dopo il... divorzio dall’Editoriale Olimpia.
“Storie di posta” -il nome non è cambiato- è “il fiore all’occhiello che ci mancava” commenta il direttore responsabile, anche lui nuovo, Paolo Deambrosi. Creata “non solo raccogliendo scritti di studiosi e personaggi noti, ma concepita redatta realizzata per far scoprire i mille aspetti della filatelia, anche i più insoliti e attuali e universali”.
L’impostazione, tutto sommato, è rimasta simile al passato. Pochi articoli corposi (sei, che occupano, anche grazie alle immagini particolarmente godibili, all’incirca metà del volume, firmati nell’ordine da Franco Filanci, Luigi Ruggero Cataldi, Carlo Sopracordevole, Lorenzo Carra, Clemente Fedele e Franco Giannini) ed una serie di rubriche spicciole che riportano “spunti & appunti”, e poi cronache antiche e recenti, recensioni, errori altrui e così via. Il tutto per rispondere a coloro che ritengono in crisi francobollo e filatelia. Fatto al quale Franco Filanci, che insieme a Clemente Fedele ha realizzato buona parte della rivista, non crede. Basta “rendersi conto di quanti spunti d’interesse, di quante novità sia ancora capace il nostro settore dal punto di vista sia storico-culturale che collezionistico, se solo li si cerca”. Una questione di volontà, dunque.