Le poste? Rappresentano uno di quei servizi -ammette Gianfranco Petrillo- “le cui finalità sono sempre state dettate non da convenienze economiche ma da assunti politici, sottostanti quindi alle scelte compiute dai governi, ossia al ceto politico”. Discorso valido fino a qualche tempo fa: “è oggi naturale pensare che l’azienda postale stia sul mercato, a esso serva e da esso sia condizionata”.
Per ora, comunque, ci si ferma ben prima della società per azioni. Il nuovo volume della serie “Le poste in Italia”, edito da Laterza (268 pagine, 28,00 euro), analizza il periodo della ricostruzione postbellica ed arriva al 1970, quando il boom economico è ormai alle spalle.
Curato dallo stesso studioso di storia economica, il lavoro, come i precedenti, si avvale di diversi esperti che approfondiscono singoli ambiti. Così, Leandro Conte affronta il risparmio postale, Giancarlo Petrillo si occupa degli aspetti sindacali e Giovanni Paoloni esamina le telecomunicazioni. Il trasporto della posta è il tema affidato ad Andrea Giuntini, cui segue Mario Coglitore, il quale si concentra sulla vita dei dipendenti. Bruno Crevato-Selvaggi analizza i francobolli, mentre Simone Fari punta lo sguardo sull’Upu e la sua azione di coordinamento.
Il progetto editoriale è patrocinato da Poste italiane e dovrebbe concludersi con un ulteriore volume, che arriva ai giorni nostri.