Tommaso Campanella, ricordato dall’Italia nel quarto centenario dalla nascita con il 50 lire del 5 settembre 1968, a sua volta… reinterpretato dall’artista Lamberto Pignotti. Senza dimenticare l’omaggio indiretto, quel 45 centesimi del 20 maggio 2005 dedicato al Liceo classico di Reggio Calabria che porta il suo nome.
Ma il mondo postale accoglie il filosofo pure con altri lavori. Come “Lettere” (760 pagine, 74,00 euro), dodicesimo volume della raccolta “Le corrispondenze letterarie, scientifiche ed erudite dal Rinascimento all’età moderna”, che per la cura di Germana Ernst propone 172 missive.
Negli anni Sessanta del secolo scorso -spiegano dalla casa editrice, la Olschki- “Luigi Firpo aveva progettato una nuova edizione del corpus delle lettere di Campanella, necessaria per emendare e completare quella curata da Vincenzo Spampanato nel 1927. L’iniziativa, che non si era allora potuta realizzare, giunge a compimento con il presente volume”.
Distribuito, seppure in modo diseguale, lungo l’intero arco della vita, l’epistolario si presenta multiforme e vario, ma animato da un’unità profonda, sotterranea. Gli scritti risultano diversificati per ampiezza, contenuti, lingua e stile espressivo: ampi memoriali a papi e sovrani convivono con scarni biglietti e opuscoli su quesiti scientifici; il volgare si alterna con il latino (in questo caso i testi sono proposti anche tradotti), e un linguaggio alto e ricercato con toni più semplici e familiari. Ogni missiva, però, “contribuisce ad aggiungere una pennellata all’autoritratto dell’autore”.
In una lettera al granduca Ferdinando II, ad esempio, Campanella -che sarebbe morto nel 1639- affida un autentico testamento spirituale, in cui sembrano riunirsi le fila di una vita: l’elogio della casa medicea per avere favorito la rinascita degli studi platonici; la riforma del sapere alla luce dei due libri della natura e della Scrittura; l’incontro giovanile a Padova con Galileo, che aveva segnato l’inizio di una costante amicizia e stima. La riflessione infine sul destino dei profeti che, perseguitati dai politici e dai potenti perché osano illuminare le tenebre e svelare i loro inganni, risorgono il terzo giorno o il terzo secolo.