La grancassa di tre settimane fa ha permesso di risolvere il problema solo per un paio di consegne. E negli ultimi giorni il complesso di undici condomini (430 famiglie) di via Rimini, periferia sud di Milano, sarebbe ritornato al buio. Niente lettere, niente giornali. E nemmeno bollette ed avvisi giudiziari, con tutte le conseguenze che questo implica. Il motivo è semplice: Poste italiane –dicono gli abitanti- non avrebbe i necessari addetti al recapito.
“È vergognoso -tuona il presidente della Zona 6, Massimo Girtanner- che un diritto come ricevere la posta venga infranto con la scusa banale ed offensiva... Mi chiedo cosa pensavano quando li licenziavano”.
“Dopo almeno due mesi senza ricevere nulla -spiega una delle battagliere abitanti del quartiere- il nostro amministratore era stato costretto a concordare con la direttrice della filiale di via Bonghi un sistema provvisorio. Poste italiane avrebbe portato con il furgone le lettere e gli altri oggetti un paio di volte la settimana, e noi l’avremmo suddivisa”. “Abbiamo trasformato la portineria in ufficio, dove gli undici consiglieri degli undici condomini ricevevano le casse, le svuotavano e ripartivano il contenuto per singolo destinatario”. Qui, tramite un incaricato, venivano riscossi anche i pagamenti del condominio, in modo da aggirare, almeno in parte, il problema delle scadenze.
Una soluzione eccezionale, che per quattro-cinque volte ha raggiunto l’obiettivo, lavorando una sessantina di contenitori. “La grande attenzione prestata dai media cittadini ha permesso di risolvere il problema, e la posta aveva ripreso a funzionare regolarmente”. Ma solo per qualche giorno. Spenti i riflettori della cronaca, il problema si è ripresentato, esasperando ancora una volta gli interessati, che ormai si sentono presi in giro. Questa mattina, dopo una settimana di vuoto quasi totale, sono giunte otto casse, ma è ancora poco. “La nostra paura –dice un altro signore- è che parte della corrispondenza venga persa definitivamente”.
Differente è il parere di Poste italiane. Contattata da “Vaccari news”, l’azienda imputa gli inconvenienti a quanti, nell’inviare la corrispondenza al complesso di via Rimini, non indicano con esattezza l’indirizzo e, se necessario, la scala del destinatario, imponendo ai portalettere un lavoro supplementare. Secondo la società, ora le consegne risulterebbero regolari, affidate al fattorino titolare.
Intanto, le istituzioni parlano di vie legali. “Presenterò esposto alla Procura -dice Massimo Girtanner- perché simili cose non debbano più capitare”. “I disservizi non si fermano alla via Rimini ma in tutta la zona limitrofa; demandando ai cittadini la distribuzione della posta si vìola anche la legge della privacy, qualcuno dovrà rispondere anche di questo”.