Per ora è solo un confronto preliminare, che potrebbe avere sviluppi in futuro. L’obiettivo, stando al Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena attivo presso la Regione Friuli-Venezia Giulia, è agevolare l’impiego dell’idioma slavo laddove vi siano consistenti presenze di persone madrelingua e, in particolare, nei ventiquattro Comuni (o parte di essi) individuati dal decreto del presidente regionale del 18 dicembre 2008. Sei sono dislocati in provincia di Trieste, altrettanti nel Goriziano e i rimanenti nell’Udinese.
Tra i servizi pubblici che, perlomeno a livello di insegne pubbliche e toponomastica, potrebbero essere interessati vi è quello postale. Tenendo presente che, a differenza di Comuni e Province, la disposizione non è obbligatoria.
A Poste italiane -confermano dalla società a “Vaccari news”- è stato chiesto di apporre la doppia dicitura nelle insegne degli uffici e nell’annuario dei codici di avviamento. Ora la proposta dovrà essere presentata al quartier generale dell’Eur, così da giungere, eventualmente, ad una definizione più precisa di modi e tempi.
L’esempio che fa scuola è dato da Bolzano e dall’area sudtirolese circostante, dove -ma le condizioni sono diverse- il tedesco si estende a moduli e spesso ad annulli. In Valle d’Aosta, invece, l’impiego del francese è evidente soprattutto nella cartellonistica, non sui formulari.