Ripresi da pochissimi giorni i rapporti internazionali: anche dal punto di vista postale, Haiti comincia a rialzarsi dopo il terribile sisma del 12 gennaio.
Il 3 maggio sono stati riavviati gli scambi del corriere con Stati Uniti e Francia, grazie all’entrata in funzione di un centro provvisorio a Delmas, periferia di Port-au-Prince. Permettendo così di far arrivare sull’isola i materiali -circa 3.500 chili- accumulatisi in questi mesi a Miami e Parigi, perché ogni invio era stato bloccato. Il giorno 11, poi, la rete si è estesa a tutti gli altri Paesi.
Intanto, la ricostruzione prosegue. L’Unione postale universale, che coordina gli interventi del settore, sta facendo completare una struttura di seicento metri quadrati nel parco Sonapi della capitale, vicino all’aeroporto, per utilizzarla come ufficio di scambio verso l’estero.
“La ripresa degli scambi postali con la comunità internazionale è essenziale”, ha commentato il direttore generale dell’Unione, Edouard Dayan. Ora milioni di haitiani emigrati possono recapitare aiuti ai loro concittadini colpiti dalla catastrofe. “Nonostante il caos e le perdite personali, le autorità postali haitiane, in particolare la direttrice generale, Margarette Emile, non si sono fermati. C’è stata una collaborazione esemplare dei colleghi locali e della comunità postale internazionale per rimettere in moto il più rapidamente possibile i servizi”.
Numerosi Paesi o i loro operatori del settore hanno annunciato doni finanziari e materiali; sui luoghi del disastro sono state organizzate due missioni di esperti per fare il punto della situazione, recuperare la posta giacente sotto le macerie e collaborare affinché la rete si riorganizzasse. Grazie agli aiuti e a fondi propri, l’Upu ha elaborato un progetto da circa 600mila dollari.
Le Poste centrali e l’edificio impiegato per il servizio Ems della capitale, così come la sede di Jacmel ed ulteriori del circondario, sono stati interamente distrutti dal terremoto. Altri hanno subìto danni importanti.
Dopo le prime scosse, le prestazioni di base sono state fornite impiegando come riferimento la casa della direttrice generale. Ogni giorno sono trattati 1.500-2.000 oggetti; sette gli uffici a Port-au-Prince che funzionano: Bas Peu de Choses, Bel Air, Carrefour, Croix des Bouquets, Croix des Missions, Delmas e Piétonville. Assicurano la vendita di francobolli, l’affrancatura delle lettere e dei pacchetti, gli invii di raccomandate e pacchi.
Accanto alla ricostruzione, il rinnovamento: uno degli obiettivi consiste nell’introdurre le tecnologie, così da contribuire al rilancio delle attività economiche nazionali.
Prima del sisma, l’Office des postes contava una sessantina di uffici, di cui nove a Port-au-Prince e nei dintorni. Circa 600 i dipendenti, 350 dei quali erano nella capitale. Oggi la distribuzione della posta è assicurata dal lunedì al venerdì ma in modo irregolare; i fattorini garantiscono la distribuzione a piedi, poiché mancano biciclette e moto.