Potenza delle parole: l’impressione, ad esaminare la missiva che Poste italiane ha fatto avere alle “vittime” della fase sperimentale, induce quasi il destinatario a correre per... abbracciare il primo postale che incontra. Nel testo, infatti, si legge che l’azienda intende “ampliare l’offerta” dei servizi, “rendendola ancora più in linea con le mutate esigenze dei nostri Clienti” (sì, con la “c” maiuscola). “Per tale motivo, la consegna tradizionale della corrispondenza verrà effettuata dal lunedì al venerdì, nelle ore mattutine. Saranno, inoltre, erogati altri servizi anche nelle ore pomeridiane e serali (nonché nella mattinata del sabato), quali: consegna dei telegrammi, ritiro a domicilio di corrispondenza per professionisti aziende e uffici, recapito concordato di posta registrata che non è stata consegnata durante le ore mattutine per assenza del destinatario, servizio «dimmiquando», etc.”. Tutte prestazioni sostanzialmente già esistenti (e finora -almeno in teoria- assicurate anche il sabato), che venivano e vengono richieste e pagate a parte. Le vere novità sono altre: la posta ordinaria (pardon, “prioritaria”) è sempre meno prioritaria e tutto sommato nemmeno ordinaria. Già oggi arriva quando vuole e può (stando a diverse segnalazioni, non viene consegnata nemmeno tutti i giorni) e sicuramente non perverrà più il sabato. Il discorso vale anche per i quotidiani (che senso ha leggere il numero del venerdì il lunedì successivo o magari anche più tardi?) e vale -bisogna ricordarlo- per la posta in partenza: nelle valutazioni sulla qualità, il sabato sarà considerato anticipo del lunedì, quindi come se fosse un festivo.
Recapito su cinque giorni/2 La lettera alle prime “vittime”
18 Set 2010 14:10 - NEWS FROM ITALY
Nelle zone interessate dalla fase sperimentale Poste italiane presenta i cambiamenti