I valori di bilancio di Poste italiane permettono di estrapolare anche altre informazioni. Ad esempio, una articolata risposta alla domanda: come è stato pagato il servizio l’anno scorso? I dati possono essere desunti dalla tabella per i servizi postali, che denuncia un deciso calo rispetto al 2008, passando nella sua globalità da 5.482.895.000 a 5.209.973.000 euro. Il mezzo economicamente più significativo è rappresentato dalle spedizioni senza la materiale affrancatura, che riguarda i ricavi connessi alle spedizioni eseguite dai grandi clienti presso i centri di rete e gli uffici abilitati, posta massiva compresa. La voce ha generato incassi per 1.656.761.000 euro (nel 2008: 1.810.274.000). Segue la francatura meccanica, utilizzando gli apparecchi del cliente o degli uffici. Anche in questo frangente, si nota il calo: nel 2009 la cifra contabilizzata ammonta ad 1.300.834.000 euro, contro il 1.337.405.000 registrato dodici mesi prima. Decisamente più basso è il giro dovuto alle cartevalori: 502.226.000 euro nel 2009 (563.366.000 l’anno precedente). Si riferisce alla vendita presso gli sportelli e nei punti autorizzati tipo le tabaccherie; comprende, inoltre, la cessione di francobolli utilizzati per i conti di credito. Proseguendo l’analisi, la tabella dei ricavi prevede la voce relativa a pacchi, postacelere e corriere espresso, riguardante principalmente i servizi prestati dalla controllata Sda express courier. Ed anche in questo frangente, il trend è negativo, passato da 294.226.000 a 278.515.000 euro. Sono i servizi integrati i primi a segnare una crescita (da 201.469.000 a 256.227.000 euro); riguardano le notifiche di atti amministrativi e contravvenzioni per 225.324.000 euro, le notifiche degli atti giudiziari Unep (Uffici notificazioni esecuzioni e protesti) per altri 28.056.000 e i ricavi originati dalla convenzione con l’Agenzia delle entrate per il servizio di posta massiva e raccomandate, pari a 2.847.000 euro. Il titolo per le spedizioni in abbonamento postale documenta i ricavi ottenuti con le stampe periodiche e la vendita per corrispondenza, effettuate dagli editori che usufruiscono di una tariffa ridotta. In tale caso, si scende da 190.956.000 a 168.087.000 euro. Per corrispondenza e pacchi estero si intendono gli scambi internazionali, diminuiti in un anno da 138.637.000 a 121.734.000 euro. Freccia in basso (da 75.280.000 a 69.766.000 euro) pure per gli introiti riferiti a telegrammi e servizi on-line collegati, per le prestazioni firmate Postel come door to door, direct mail, commercial printing (da 71.882.000 a 59.874.000 euro). Dallo Stato arrivano due importanti risorse. La prima è il parziale rimborso per il servizio universale, a carico del ministero all’Economia e alle finanze, pattuito in 371.830.000 euro (era 363.646.000 nel 2008). La seconda è l’integrazione tariffaria per l’editoria e per le campagne elettorali, tagliata da 342.395.000 euro a 310.014.000. Andando nei dettagli, si tratta di 242.573.000 euro a carico del dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri a rimborso delle riduzioni praticate agli editori e al settore no-profit all’atto dell’impostazione. Importo che, per l’esercizio finanziario 2009, “non trova copertura nel bilancio dell’Amministrazione debitrice”. Non è un caso se per il 2010 -almeno per ora- il capitolo è stato bloccato improvvisamente l’1 aprile. Vanno aggiunti altri 67.441.000 euro, ancora a carico del Mef e privi di garanzia, per le riduzioni e agevolazioni tariffarie spettanti ai candidati delle campagne elettorali.
Bilancio/3 Come si è affrancato l’anno scorso
08 Mag 2010 15:21 - NEWS FROM ITALY
Rispetto a dodici mesi prima, quasi tutte le voci dei ricavi sono diminuite. In valore assoluto, i maggiori introiti sono giunti dalla corrispondenza senza affrancatura