La presentazione, il 15 aprile al Quirinale, della serie per il centocinquantesimo della spedizione effettuata dai Mille, la presenza ufficiale alle iniziative del 5 maggio a Quarto (Genova) ed oggi a Marsala (Trapani). Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulle orme dei garibaldini e sulle relative tracce postali.
Tanto da non essersi sottratto alla cerimonia dell’annullo. Apponendolo sul foglietto incollato al plico, pronto per essere conservato come ricordo.
“Oggi -ha detto il capo dello Stato- siamo qui per rievocare il ruolo della Sicilia nel compimento del processo di unificazione nazionale. Senza la Sicilia e il Mezzogiorno non si sarebbe certo potuto considerare compiuto quel processo, non si sarebbe potuto far nascere uno Stato che rappresentasse pienamente la nazione italiana e che si ponesse, in pieno Ottocento, tra i maggiori Stati europei”.
Le celebrazioni -ha proseguito- “offrono l’occasione per mettere in luce gli apporti della Sicilia e del Mezzogiorno a una storia comune e ad una comune cultura, che affondano le loro radici in un passato plurisecolare, ben precedente lo sviluppo del processo di unificazione statuale della nazione italiana. Di quel patrimonio, culminato nelle conquiste del 1860-1861, possiamo come meridionali essere fieri: non c’è spazio, a questo proposito, per pregiudizi e luoghi comuni che purtroppo ancora o nuovamente circolano, nell’ignoranza di quel che il Mezzogiorno, dando il meglio di sé, ha dato all’Italia in momenti storici essenziali”.
“Si può considerare solo penoso che da qualunque parte, nel Sud o nel Nord, si balbettino giudizi liquidatori sul conseguimento dell’Unità, negando il salto di qualità che l’Italia tutta, unendosi, fece verso l’ingresso a vele spiegate nell’Europa moderna. Mentre chi si prova a immaginare o prospettare una nuova frammentazione dello Stato nazionale, attraverso secessioni o separazioni comunque concepite, coltiva un autentico salto nel buio. Nel buio, intendo dire, di un mondo globalizzato, che richiede coesione degli Stati nazionali europei entro un’Unione più fortemente integrata e non macroregioni allo sbando”.
Alla cerimonia con appendice filatelica ha partecipato Giovanni Ialongo. “Poste italiane -ha detto il presidente della società- offre il suo contributo alla rievocazione di un capitolo di così grande importanza per la storia nazionale”. “In una circostanza così rilevante per il sentimento di unità nazionale, la filatelia si conferma testimonianza di rilievo per il patrimonio storico e documentale italiano e rappresenta un mezzo di espressione artistica di altissimo valore”.